L’indizio di ieri vi doveva condurre ad una conclusione forte e chiara BOY’S ROOM = si pasticcia nella stanza dei ragazzi 🙂
Federico è entrato nella fase di attività celebrare elevata, dove i concetti sono tanti ma poco chiari, lo sto aiutando a mettere a posto alcune idee, dare un ordine all’acquisizione dei dati… in poche parole rispondo alle sue “Mamma, perché..?” e cerco di proporgli giochi educativi. Ho pensato che la sua collezione di animali in ceramica che fin ora giaceva tranquilla sulla mensola si presta ad un progettino coinvolgente. Ho usato:
1 scatola di legno (quando ho comparto le fragole sapevo che la devo riutilizzare!)
Adesso ogni volta si ferma davanti la scatola appesa al muro della sua stanza e chiede di leggere tutte le informazioni riguardanti gli animali, la parte dedicata alla tigre la sa a memoria (!).
Visto che ci mancano ancora diversi elementi della collezione “L’albero dei sogni”, non so..se proprio insistete a farci un regalo.. 😉
Venerdì scorso mi è arrivato l’ordine Amazon. Mi piace immaginare il viaggio di ogni pacchetto che mi arriva (e sono sempre più..ahimè 😉 ) dal mondo lontano fino la mia frazione sperduta…questa volta, boy oh boy, it’s Chicago baby! Qualcuno a Chicago ha messo con cura nel pacchetto il libro di Holly Becker e Joanna Copestick Decorate, che vi anticipo con qualche immagine, ma che assolutamente merita un post a parte, e un kit per amanti delle procedure bibliotecarie, che ho intenzione di usare in tutt’altro modo, abbiate fede e pazienza 🙂 Non è meraviglioso? Il viaggio di un pacchetto che attraversa l’Oceano…OK, si intende che ho rivisto Cast Away?
Intanto sto preparando un post per domani fai da te per…non ve lo dico…ecco un indizio!
Tra i nostri libri preferiti che hanno conquistato un posticino sulla piccola libreria accanto al letto di Federico ci sono tre titoli di Maurice Sendak: Where the Wild Things Are, Luca la luna e il latte, Il lupo ballerino, tutti e tre li ho avvicinati con qualche perplessità al inizio. Ma una volta catturata dalla sfrenata fantasia dell’ autore, il suo amore per i dettagli, la sua intelligenza e intrigate senso d’umorismo sono diventata la sua devota fan e vi consiglio vivamente di conoscerlo se non lo avete già fatto.
Maurice Sendak nato a Brooklyn da genitori ebrei polacchi Sarah Schindler e Philip Sendak nel 1928 era ultimo di tre figli, dopo il fratello Jack e la sorella Natalie, il più debole e soggetto a malattie. A causa di problemi di salute spesso rimaneva a lunghi periodi a casa durante a quali leggeva e disegnava in continuazione.
Nel 1963, Sendak pubblicò Nel paese dei mostri selvaggi. La storia di un bambino che, dopo aver fatto i capricci, viene messo in castigo nella sua stanza e decide di scappare verso il luogo che dà il titolo al libro Where the Wild Things Are (Cose selvagge, ambiguità che viene meno con la traduzione in italiano), termine che prende spunto dall’espressione Yiddish “Vildechaya”, usata per indicare i bambini molto… “vivaci”.
Nel 1970 Luca la luna e il latte (In the Night Kitchen) viene pubblicato per la prima volta. Il libro è stato soggetto a diverse censure a causa del piccolo Luca, il protagonista della storia che appare per la maggior parte della storia nudo. Citando Wikipedia : “Anche design dei cuochi con baffi alla Hitler e il fatto che tentino di cucinare il protagonista nel forno costituirono motivo di scandalo. Per Sandak questi aspetti erano soltanto dei riferimenti all’olocausto, una evento storico che l’autore sentiva particolarmente a cuore in quanto di origine ebraica. Luca, la luna e il latte appare tutt’ora nella lista dei libri contestati o banditi dalla American Library Association. È al ventunesimo posto nella lista dei “100 libri più contestati degli anni novanta”.” Personalmente, io vedo Ollio e non Hitler…
Nel 1999 Sendak crea delle bellissime illustrazioni per Swine Lake ovvero Il lupo ballerino di James Marshall, una espressione del suo amore per la musica classica e il balletto.
Nel settembre 2008 Sendak ha dichiarato di essere omosessuale, e di aver vissuto con il suo compagno, lo psicoanalista Eugene Glynn, per cinquant’anni, fino alla morte di quest’ultimo nel maggio 2007. Sendak aveva sempre taciuto la cosa per paura di compromettere la sua carriera come scrittore per l’infanzia, inoltre non ha mai rivelato la verità ai suoi genitori. È scomparso nel 2012 all’età di 83 anni di un attacco cardiaco.
La sua riflessione sulla infanzia mi ha colpito particolarmente, essendo anch’io costantemente affascinata dal processo di formazione (intellettiva, fisica ed emozionale) dei miei bimbi.
“My great curiosity [is] about childhood as a state of being, and how all children manage to get through childhood from one day to the next, how they defeat boredom, fear, pain and anxiety and find joy. It is a constant miracle to me that children manage to grow up.”
Infine, se avete tempo vedete questa animazione, un omaggio molto speciale, 5 minuti di bellezza, tenerezza e commozione.
Ogni volta che guardavo l’episodio di “Fawlty Towers” intitolato Waldorf Salad mi ripromettevo di provare la ricetta della celebre insalata creata dal maître d’hôtel Waldorf Astoria a New York, Oscar Tschirky, nel lontano 1893. Ed eccoci qua! 120 anni dopo questo lieto evento davanti a me…una meraviglia di gusto. Adoro tutti gli ingredienti. Una ricetta facilissima e perfetta per questa stagione. Immagino che mangiata tirata appena dal frigo con un bel bicchiere di prosecco ghiacciato in dolce compagnia può avere effetto afrodisiaco…
Waldorf Salad
Ingredienti
1 mela, sedano (4/5 gambi)
uvetta, noci
limone
maionese (2/3 cucchiai)
sale, pepe
rucola (optional!)
4 mosse:
Tagliare: la mela a dadi, il sedano a fettine
Fate ammolare in acqua tiepida l’uvetta
Mischiate la maionese con il succo di limone, sale, pepe
Mischiate tutti gli ingredienti con la maionese
John Cleese, Connie Booth, The Complete Fawlty Towers, Da Capo Press, 2001
I miei genitori mi hanno iscritta in biblioteca per gli adulti quando avevo 12 anni. Prima frequentavo la sezione per i ragazzi, ma a un certo punto mi sentivo pronta di affrontare la letteratura “adulta”. Tutti, comprese le carissime bibliotecarie, mi hanno lasciato libera scelta..così ho scoperto una letteratura raffinata e ricercata, ma anche quella pessima e pop. Divoravo tutto. Conrad finiva nello mio zaino accanto Jackie Collins, Bellow accarezzava Danielle Steel, e poi..e poi..ho scoperto letture da brividi, Koontz, Masterton, Guy N. Smith e Stephen King, per nominare i miei preferiti. A 14 anni sapevo tutti i possibili sviluppi delle storie d’orrore. Ho approfondito leggendo Lovecraft e Poe, Strobl e Mary Shelly. Sono seguite tante, tantissime serate di film d’orrore. Un genere che sia in letteratura che in cinema mi affascina molto. Essendo “poligenerica” e quindi leggendo e guardando cose molto diverse, subisco il fenomeno di sovradosaggio e in conseguenza l’abbandono di alcuni temi anche per lunghi periodi non sentendone troppa mancanza. Pero! Ultimamente sono tornata (dopo una pausa di almeno 5 anni!) al genere d’orrore (sara il merito di Uomo Nero..mmm… chissà …) Leggo e guardo con più ansia e consapevolezza le storie di paura, ma trovo un perverso piacere nel proprio spavento..
Qui dovrei fare una permessa prima di continuare. Il quaderno di letture è stato vergognosamente dimenticato dalla sottoscritta per troppo tempo! Ci siamo posti degli obbiettivi, la nazione ci guarda, aspetta e pone fiducia nelle nostre possibilità! …..vabbè..comunque ecco il secondo libro che inserisco nel quaderno di letture…
“La lanterna del diavolo. Cinema e possessione” di Michel De Certeau. L’autore, gesuita, era studioso della mistica secentesca, dei fenomeni culturali contemporanei, si è occupato da vicino anche della “possessione” in diversi studi, tra cui dedicando anche lo scritto “Tre film”, la parte più interessante del libro, dove parla di “I Diavoli” di Ken Russel, “Il diavolo probabilmente” di Robert Bresson e “L’esorcista II” di John Boorman. Certeau è sintetico che è una cosa buona ma purtroppo non dice cose nuove, non rivela i significati nascosti, la sua riflessione si ferma dove in realtà dovrebbe ripartire con forza, competenza e fantasia. Comunque ci sono passaggi interessanti come questo dedicato a “L’esorcista”
Boorman ha anche voluto mostrare che l’anti-scienza poteva farsi strada proprio grazie agli stessi metodi scientifici. La tecnica ipnotica diventa così, nelle mani della dottoressa Tuskin, il mezzo col quale un progresso psicoterapeutico sfocia nel suo contrario, permettendo la comparsa di ciò che gli sfugge.
Il libro valeva la pena leggere anche se fosse solo per questa citazione:
L’essenza di uno spazio simbolico, in cui possano esprimersi lo smarrimento dell’immaginazione e gli esili degli spiriti in regioni non “sorvegliate” dalla scienza, crea queste apparizioni diaboliche del fantasma ai margini e nelle crepe del sistema disciplinare. Se i segni di un’altra dimensione dell’esperienza umana si sono trasformati in demoni, ciò è avvenuto perché il lavoro della ragione ha assunto una forma dogmatica, totalitaria e, alla fin fine, irrespirabile.
Michel De Certeau, “La lanterna del diavolo. Cinema e possessione”, Edizioni Medusa, 2002, traduzione Maria Elisabetta Craveri, pp.59 Eur 6,90