La ragazza con le perle

Oggi lavoro da casa, non mi lamento, fuori piove, c’è il vento freddo e i lupi ululano…In più mi posso vestire i modo strano ed inusuale, niente divise da ufficio!  Nella ultima settimana mi sono vista parecchi film stirando (!), tra cui “Sex and the City 1” che è il mio film di conforto e che questa volta mi ha ispirato ad un look che coinvolge una lunga  collana di “perle” (comprata a metri in merceria…).

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Visto che ci siamo vi devo raccomandare fortemente di vedere due film “Another Earth” e “Hunger”. Non voglio dilungarmi, ma diciamo che “Another Earth” di Mike Cahill è un po’  “Melancholia” di von Trier che incontra “Blue” di Kieslowski, mentre “Hunger” di Steve McQueen mi ha conquistato con la scena del dialogo del condannato con il prete e  il modo in cui è stata rappresentata la storia del personaggio del guardiano.

Cambiando discorso, vi presento un piccolo DYI che non ha bisogno di tante spiegazioni; un portapenne  con  protagonista un barattolo di vetro. Un progettino difficoltà zero, costo quasi zero, ma molto versatile e un po’ shabby  che va sempre di moda.

Quanto ci vuole…Ci vuole: un barattolo, pizzo sottotorta, nastro (filo, cottone per ricamo, etc.), addobbino (bottone, immagine ritagliata, etc.), scotch biadesivo, forbici.

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Last but no least, domani vi farò vedere che cosa si può regalare a chi ha tutto, e vi anticipo che non vi lascerò a stomaco vuoto questo weekend 😉

Come sapete ho un sacco di tempo, alla fine sto solo lavorando, crescendo due bambini e curando la casa, allora vorrei essere più presente anche per scambiare le perle di saggezza che purtroppo non bastano per un post decente, ma sono di giusto peso e lunghezza per FB e Twitter, perciò non fate gli schizzinosi, iscrivetevi! Volete un incentivo? Ohh…va bene, arriviamo prima alla cifra con due zeri su FB e poi ne riparliamo.

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Restate in pace! A domani!

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Just a perfect day..

Domenica scorsa è stata una di queste giornate perfette che quando capitano ti danno una carica immensa di energia e positività. In un giorno così i bambini non si sporcano nemmeno quando mangiano il gelato…

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riesci a trovare dei veri tesori mentre frughi tra le bancarelle al mercato dell’antiquariato spendendo in totale 25 euro…

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e tuo figlio, che ancora ti sembra quasi un neonato, all’improvviso si siede sulla panchina, tira fuori la sua bottiglietta e qualche biscotto dalla tua borsa, beve, mangia e ti sorride soddisfatto…

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Such a perfect day…

Brigitte, Marion, Lily e le altre ragazze del mucchio

Collezionista si nasce. Certi lo vedono come malattia, stranezza. Collezioni tazze, penne, segnalibri, figurine in ceramica? Secondo tanti sei bizzarro. Perché collezionare? Ci sono risposte diverse che vanno dal elencare i motivi ragionevoli ad un caos di cause completamente stravaganti.

Mia nonna J. andava al cinema almeno quattro volte a settimana, comprava le riviste che raccontavano i scandali hollywoodiani (parliamo degli anni 30 e 40) e con le guance arrossite seguiva le storie d’amore di Loretta Young,  Mae West e Greta Garbo.

Nonna ci ha lasciati quando ero piccola, troppo piccola per condividere con lei la passione per il cinema, abbastanza grande per sentire la sua mancanza ancora oggi. Mi sono rimaste alcune riviste che si sono salvate dalla umidità e il passare del tempo e la sua collezione di cartoline foto delle stelle del cinema, capitata nelle mie mani qualche anno fa. In poche parole ho deciso di continuarla. Spesso si tratta di personaggi dimenticati, perché ditemi voi se sapete chi era Lily Damita, Raquel Torres o Betty Bronson..

Ebbene sì, tra le mie numerose collezioni c’è anche quella delle foto vintage delle star. Penso che nonna sarebbe stata contenta… e che si gode tantissimi film nel paradiso dei cinefili.

Ogni foto rappresenta una storia unica ed affascinante, come questa di Brigitte Helm..

Debuttò a 18 anni nel film “Metropolis” di Fritz Lang. Dopo quel felice esordio Brigitte Helm interpretò una decina di film muti e 16 sonori, interpretando quasi sempre ruoli di femme fatale. Dopo avere interpretato una trentina di film, alcuni dei quali con il sonoro, lasciò le scene nel 1936 in aperto dissenso con il cinema di propaganda del regime nazista, dopo essersi trasferita in Svizzera l’anno precedente. Lì ebbe in seguito quattro figli dal suo secondo marito Hugo von Kuenheim, un industriale. Dopo il suo ritiro, rifiutò sempre di concedere interviste sulla propria carriera cinematografica. Morì nel 1996 a causa di un collasso cardiocircolatorio. (Wikipedia)

Cinefilosofia

Se pensate che Blande Runner è un film profondamente filosofico che parla della precarietà della esistenza e fa le domande sulla essenza della umanità e se Fight Club insieme con Il sesto senso sono stati per voi i film importanti a cui avete dedicato una riflessione in più, e se, infine, Il mondo di Sofia vi ha colpito per il suo modo di parlare di filosofia limpido e leggero allora vi presento un libro che parla di filosofia attraverso il cinema.
Cinefilosofia è un libro scritto da Ollivier Pourriol, docente, romanziere e saggista. Il suo approccio para accademico insieme con la scelta dei titoli (oltre già citati si parla tra l’altro di American Beauty, Highlander, Matrix, Forrest Gump, una trentina di film in totale) agevola la lettura. Trovo la sua scelta di due grandi filosofi Cartesio e Spinoza come pilastri portanti per il suo discorso interessante anche se questo scontro di titani spalmato su 400 pagine in effetti può risultare a tratti monotono.
Mi sono segnata tanti passaggi interessanti e a seguito della lettura ho rivisto alcune scene  della trilogia Matrix (ho anche dei bellissimi ricordi legati a questo film..quindi è stata anche un’esperienza per certi versi sentimentale…) e ho rivisto American Beauty, un film che non amo molto, però che adesso capisco di più.
Ho scelto per il mio quaderno di letture tre citazioni, ma credetemi il libro abbonda di passaggi interessanti.

Pensare significa pensare contro. Eterna lotta della volontà contro la forza di inerzia del corpo. Il corpo ha sempre vinto in partenza, se la volontà non crede alle proprie opportunità. Se non si vuole, non si pensa mai.

Non sostengo che il cinema si riduca a incarnare delle idee, sarebbe un approccio misero e riduttivo. (…) Vedere un film significa fare un’esperienza fisica, ma priva di rischi. Significa fare un’esperienza, per così dire, astratta. Voglio dire che il cinema permette non semplicemente di rappresentare un’idea in maniera esemplificativa, ma, cosa assai più sconcertante e profonda, di fare un’esperienza di un’idea. Per esempio, “Fight Club” ci spinge ad andare in fondo (…) a immaginare dove condurrebbe l’associazione di due cose di natura contraria in un medesimo soggetto : sperimentiamo questa contraddizione interna distruttiva senza doverne pagare il prezzo.

La lentezza:questo è il segreto dell’allenamento. (…) dopo che si è superato il limite fisiologico, ogni ulteriore sforzo è controproducente e distruttivo. (…) lavorare il giusto. E’ così che si guadagna in essere, che si sviluppa la propria potenza. Non forzando come stupidi. (…) L’apologia dello sforzo è una reazione da schiavo. (…) Un allenamento riuscito si basa su principi opposti: misura, riposo e qualcosa che non è presente in “Forrest Gump”: il pensiero. 

 

Il cinema ci pone le domande, propone i dibattiti, porta sullo schermo le paure e presenta l’analisi della nostra condizione. Amo il cinema. Dalla scrittura di Pourriol si capisce che anche lui ci va matto.

Ollivier Pourriol, Cinefilosofia. I grandi filosofi spiegati attraverso il cinema, Istituto Geografico De Agostino, Novara 2009, pp.383, prezzo copertina: Eur 18,00

N.B. Su amazon.it ho pagato  Eur 3,90 (!)

Inquadriamo latitudine e longitudine

Continua la rivoluzione iconica. No, non parlo di politica. In perenne ritardo sto metabolizzando ancora gli Oscar. Parlo di quadri e quadretti.

Il mio primo ricordo è di una parete a cui era attaccata la mia culla, la carta da parati ruvida, di color caffelatte con piccole macchioline crema, che formavano sagome sfuggenti. Mi ricordo un piccolo quadro di Cappuccetto Rosso con i collant bianchi, fiori in una mano e cesto nell’altra davanti al letto dove giaceva un lupo con la cuffia da notte e sguardo melancolico e vissuto, un quadro che tra l’altro accompagnava mio padre nella sua infanzia..ci dicono che ci assomigliamo tanto..non vorrei saltare a conclusioni, ma…

A parte gli scherzi, penso che è davvero importante circondare un bimbo con le cose belle, scelte con coscienza e stimolanti. Federico è già un ometto, appassionato alle avventure dei pompieri, pirati e cavalieri.  Ho deciso di creare dei quadri un po’ più seri. L’ispirazione l’ho trovato su internet. Si, signore, oggi usiamo le mappe! Dove’è il vostro cuore? Una parte del mio è qui:  54°21′26″N 18°38′40”E

  

P.S. Ho vista la cerimonia Oscar solo ieri. Dei film nominati nell’ 80% dei casi ne ho solo sentito parlare, (perché, why, dlaczego, purquoi,  non ci sono  cinema per mamme, con un piccolo asilo nido e baby sitter o almeno  sale con un fasciatoio e volume “umano”?). Comunque, vogliamo parlare dei look, Naomi Watts era semplicemente bellissima! Ecco qua.

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